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martedì 14 settembre 2010

La terza stella sarà la nostra!


Quando si tratta di calcio, gli esempi di ineleganza, se non addirittura di meschinità, sono innumerevoli. Se poi ci si imbatte nelle dichiarazioni di giocatori che cambiano casacca, c’è da restare basiti.

Thuram, reduce da stagioni in cui, oltre a percepire stipendi faraonici, vinse con la Juve come mai gli è riuscito, né prima né dopo, riservò ai bianconeri commenti vergognosi. Zambrotta ne seguì l’esempio, fingendo di dimenticarsi che, nonostante la sua lunga carriera, l’unica squadra con cui ha vinto qualcosa è proprio la Juve.
Ci sono poi casi quasi comici, come quello di Ibra. Lo svedese sembra un jukebox: basta inserire un gettone (purché milionario) ed è sempre pronto a cantare una serenata a chiunque glielo chieda. Lui però ha almeno la dignità di non rinnegare il proprio passato e, al contrario dei primi due, è fiero delle proprie vittorie.
Ma l’usanza di sputare nel piatto in cui tanto si è mangiato non è dell’ultima ora: basta pensare al povero (di spirito) Boniek, che il giorno stesso in cui da Torino si trasferì a Roma, diventò immediatamente il peggiore degli anti-juventini, avendo evidentemente dimenticato i suoi primi tempi in Italia, quando, arrivato dalla Polonia, si infilava lo stipendio nelle mutande, di fronte ad un incredulo Avvocato Agnelli.
E non si può neanche sostenere che la mancanza di riconoscenza sia appannaggio unicamente dei giocatori più in vista, perché anche “mezze cartucce” come Miccoli e Blasi non si sono minimamente vergognate di farsi passare per vittime dei tiranni juventini, nonostante il loro conto in banca, anche e soprattutto ai tempi in cui vestivano la maglia bianconera, sia stato cospicuamente imbottito.

Certo, l’uomo non vive solo di vile denaro. Ma credo che alla maggior parte dei “comuni mortali” dia un po’ fastidio sentire persone così irriconoscenti nei confronti di chi gli ha dato tanti soldi e fama, in cambio di due calci ad un pallone. Non sono uno di quei moralisti che se la prendono per gli stipendi esorbitanti dei giocatori: se il calcio si auto-finanziasse, per quanto mi riguarda potrei anche accettare di vedere giocatori più ricchi di Bill Gates. Insomma, non è questo il punto. Il fatto è che, ripensando a quanto ogni tifoso dà, in termini non solo economici ma anche e soprattutto affettivi, ai propri beniamini, trovo indecente che questi poi scarichino la loro viziata insoddisfazione su gente che certo meriterebbe ben altro trattamento.

La anti-juventinità dei personaggi che ho menzionato rappresenta unicamente la loro aridità. Poi però ci sono le eccezioni, che ci riconciliano con il calcio e con i loro protagonisti.
Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini di Nedved, che salutava con le lacrime agli occhi i propri tifosi, all’uscita dal Comunale. E certo non potremo mai dimenticare il suo rifiuto a vestire la maglia nerazzurra, nonostante la certezza pressoché assoluta di andare ad arricchire il proprio palmarès, oltre che a percepire un bel pacco di petroldollari morattiani. Pavel si è dimostrato uomo, ancora prima che professionista.
Pochi giorni fa, anche David Trezeguet si è tolto la maglia bianconera. Ma lui non era ancora pronto a smettere, così se n’è andato in Spagna. Decisione legittima, anche perché derivante dalla volontà della dirigenza juventina di ridurre il proprio monte ingaggi. Personalmente, temevo di sentire anche da Trezeguet parole “cattive” nei confronti della Juve, o almeno nei confronti del nuovo vertice. E invece David ha dimostrato tutta la sua juventinità, anche lontano da Torino.

«Dieci anni nella Juve, è stata una grande storia d'amore. Io David Trezeguet resterò per sempre tifoso della Juve. Anzi, il giorno in cui la squadra bianconera vincerà lo scudetto andrò a Torino e chiederò alla famiglia Agnelli di inventare una maglia con la terza stella. E sarò il primo ad indossarla. I due titoli che ci hanno tolto sono stati una clamorosa ingiustizia. Lo penso io, lo pensa chi ama la Juve, ma ne sono convinti anche i giocatori dell'Inter con i quali ho parlato. L'ultima Juve riparte quasi da zero. Una scelta coraggiosa. Però bisogna avere il coraggio di dire alla gente bianconera che ci vorrà un po' di tempo per tornare a essere la squadra da battere. Da amico della Juve penso che sarebbe bellissimo riconquistare la Champions e centrare l'Europa League. Sarebbe una stagione da dieci. Lo scudetto è pane per Inter e Milan. E' bello vedere Andrea Agnelli presidente. Io sono cresciuto nel mito dell'Avvocato. Quando veniva al campo eravamo tutti imbambolati. Come se lui avesse vinto 10 mondiali, 10 Champions, 10 scudetti. Andrea Agnelli dovrà ricreare la stessa magia con i più giovani. La mia più bella vittoria nei miei dieci anni in bianconero è stata la promozione dalla B alla A. Una fantastica esperienza di vita. I tifosi ci consideravano degli eroi perché avevamo scelto di restare. Si sentiva stima, amore. E intorno a noi abbiamo visto crescere dei ragazzini che oggi sono dei grandi giocatori. Penso a Chiellini, a Marchisio. Se qualcuno credeva di ammazzare la Juve scaraventandola in Serie B allora ha proprio sbagliato tutto. Quell'esperienza ha reso ancora più grande il mondo Juve».

Avrei voluto riportare solo i passi più significativi della sua dichiarazione, ma più la rileggevo e più mi convincevo che ogni parola di Trezeguet fosse semplicemente perfetta. Perché David ha trovato le parole giuste per ogni iscritto a GLMDJ: riconoscenza per la squadra ed i tifosi che tanto gli hanno dato (ricevendo, in cambio, tantissimo!), affetto per il popolo bianconero e per i suoi compagni, ma soprattutto orgoglio. Quell’orgoglio che gente come Thuram e Zambrotta non sa neppure cosa sia. E, riprendendo l’idea di David, già penso a ciò che significherà per noi la terza stella. Sarà quella delle battaglie vinte dentro e fuori dal campo. Sarà quella di chi, come noi di GLMDJ, non si è mai arreso. Sarà quella di chi, come Re David, ha dimostrato fino in fondo tutta la sua juventinità. Insomma, sarà quella del nostro orgoglio e della nostra consapevolezza di essere veri uomini, oltre che veri juventini. Per questo continueremo a lottare: perché quella terza stella sarà davvero la nostra stella!
di M.Lancieri da www.giulemanidallajuve.com

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