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mercoledì 12 gennaio 2011

Totti: "Triste? Solo qui a Trigoria
Ma non ammaino la bandiera"



Il capitano della Roma dopo l'incontro col club e Ranieri: "Futuro lontano da qui? Penso al presente, poi si vedrà". La città si schiera con il numero 10

ROMA, 11 gennaio 2010 - Doveva essere chiarimento e chiarimento non è stato. Prima dell'allenamento pomeridiano Totti e Ranieri si sono incontrati. C'era anche Rosella Sensi, presidente della Roma. La speranza era di ritrovare serenità dopo la sostituzione di Genova, così tardiva e per Totti decisamente inopportuna da mettere in discussione un rapporto che dura una vita. E che sembrava destinato a resistere in eterno. Subito dopo il colloquio i due sembravano sereni. Ma appena uscito da Trigoria si è capito che niente era cambiato. Tristezza e malumore ci sono eccome. "Un po' mi è dispiaciuto entrare a quattro minuti dalla fine - ha detto ai microfoni di SkySport -, come se perdessimo tempo... Io accetto tutto comunque, sono totalmente a disposizione della società e del mister", ha sottolineato con un muso lungo così. E sull'incontro: "Ho parlato prima con Conti, Montali, Pradè, poi con Ranieri. Abbiamo discusso di quello che è successo e quello che succederà". Gli chiedono se abbia mai realmente pensato a un futuro lontano da Roma. Lui, per la prima volta, risponde così: "Pensiamo al presente poi si vedrà". Si vedrà, dunque. Non "resterò qui per sempre" come abbiamo sentito costantemente in passato. L'ultima risposta la dice lunga sullo stato d'animo del capitano. La domanda è: "Si parla di un Totti triste". E lui: "Io ho detto solo che sono triste quando entro dentro Trigoria, fuori sto benissimo. E lo ribadisco". In serata, poi, Totti corregge parzialmente il tiro con un messaggio sul suo sito: "Il capitano non ammaina mai la bandiera", è il titolo. "La mia tristezza - spiega - è dovuta al non riuscire a dare il massimo contributo per raggiungere i risultati che tutti noi desideriamo. La mia tristezza di questi giorni - continua il messaggio - non è certo rivolta all'allenatore, alle cui decisioni tecniche mi sono sempre rimesso con massima disponibilità; o ai dirigenti, con cui mi confronto quotidianamente. E nemmeno ai miei compagni che hanno tutta la mia stima". Per poi precisare: "Semplicemente sono triste perché questa rosa deve ambire assolutamente ai massimi risultati. Questo è il nostro comune obiettivo. Il capitano non ammaina mai la bandiera".
(da gazzetta.it)

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