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venerdì 1 aprile 2011

CALCIOPOLI: L'INTER E MORATTI NON RIDONO PIU'

Moratti tre ore con Palazzi:
Calciopoli e Inter? Kafkiano


Moratti tre ore con Palazzi: Calciopoli e Inter? Kafkiano

Il procuratore e due suoi collaboratori hanno sentito il presidente nerazzurro sulle telefonate che riguardano proprio il patron e Facchetti. Moratti nel pomeriggio dice: «Ho chiesto scusa per aver definito ridicola questa indagine, ma ritengo kafkiano quello che sta succedendo. Mi hanno letto la trascrizione di alcune intercettazioni. Siamo tranquilli»


TORINO, 31 marzo - Il procuratore Palazzi e due suoi collaboratori hanno sentito per tre ore Massimo Moratti, presidente nerazzurro, sulle telefonate che riguardano proprio il patron e Facchetti. Moratti nel pomeriggio dice: «Ho chiesto scusa per aver definito ridicola questa indagine, ma ritengo kafkiano quello che sta succedendo. Mi hanno letto la trascrizione di alcune intercettazioni. Siamo tranquilli. Non rinuncerò mai allo Scudetto del 2006, non è qualcosa che mi rimane sullo stomaco. Continuo a considerarlo un risarcimento per i torti subiti in quegli anni». «Come è andato l'incontro? L'importante è che ci fosse. Come è andata dovete chiederlo a lui ma è stato un incontro sereno ed educato da entrambe le parti». Così Massimo Moratti risponde ai cronisti al termine del faccia a faccia, durato circa un paio d'ore, col procuratore federale Stefano Palazzi, che ha voluto sentirlo nell'ambito dell'istruttoria relativa all'esposto della Juventus sull'assegnazione dello scudetto 2005/2006. Moratti aveva definito la convocazione «ridicola», «ma allora non ero preoccupato, la consideravo kafkiana ma mi sono anche scusato di quelle dichiarazioni di cui mi sono pentito - precisa - È stata comunque una cosa molto vicina a quella che avevo fatto con Borrelli ai tempi».

LE CONSEGUENZE -
Su quali saranno le conseguenze Moratti non si pronuncia: «Non voglio entrare in decisioni successive, chiaramente sono più che convinto delle mie posizioni ma questo non toglie a loro la libertà di giudizio», sottolinea il massimo dirigente nerazzurro, che fa sapere che durante l'audizione non c'è stato alcun ascolto di intercettazioni ma solo la lettura. Il fatto che l'incontro sia stato fissato nella settimana dell'atteso derby col Milan «non è inopportuno, resta il fatto che magari uno non si senta parte di una situazione ma era giusto che mi volesse sentire su questa cosa. È un qualcosa che riguarda me e non l'Inter. Lo scudetto del 2006 un tormento? Non lo è assolutamente». Adesso meglio pensare al calcio giocato: «Bisogna essere sempre concentrati su tutto, rimane nel cuore il fatto che sabato c'è una partita importante», conclude Moratti

LE PAROLE DI ABETE - «Rimangono due paletti. Il primo è il forte auspicio che entro giugno la situazione venga definita, il secondo è l'autonomia degli organi di giustizia e della Procura Federale. La Federcalcio ha dato la sua indicazione per chiudere il cerchio nell'ambito della stagione sportiva». Così il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, ha risposto a proposito dell'audizione di Moratti a Milano con il procuratore federale Stefano Palazzi, ammettendo che dovrebbero essere rispettati i tempi auspicati dallo stesso Abete. «Tutte le attività che svolge la Procura Federale - ha aggiunto a margine della prima edizione del Premio Enzo Bearzot istituito dall'US Acli e vinto dal ct della nazionale azzurra, Cesare Prandelli - Sono collegate all'autonoma valutazione che fa nell'apeertura di un'indagine sulla base di esposti o di segnalazioni di atti processuali, della correttezza comportamentale dei soggetti tesserati. Va ricordato che l'approfondimento in atto della Procura nasce dalla volontà di valutare situazioni successivamente intervenute dopo Calciopoli che hanno poi avuto compiuta informazione in sede processuale. L'attivazione dell'iter non parte per l'esposto della Juve, ma per le valutazioni autonome della Procura».

LE 10 DOMANDE - Ecco le 10 domande che il procuratore Palazzi doveva rivolgere a Massimo Moratti:

1 - Perché ha sempre taciuto sul fatto che anche l’Inter telefonava ai desi­gnatori arbitrali e agli arbitri stessi, nonostante la Procura che nel 2006 invitò tutti i tesserati a contribuire all’indagine?

2 - Sapeva che Giacinto Facchetti, allora presidente dell’Inter, esercitava pressione sugli arbitri?

3 - Era a conoscenza che Giacinto Facchetti parlava con Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto e Gennaro Mazzei discutendo con loro le “griglie” delle designazioni arbitrali?

4 - Cos’era il «regalino» che Paolo Bergamo doveva venire a ritirare a Milano, di cui Facchetti parla allo stesso Bergamo in una telefonata del 23 dicembre 2004?

5 - Ritiene un comportamento leale e rispettoso dell’articolo 1 quello di un pre­sidente che va ad incontrare l’arbitro prima della partita, come lei dice di voler fare con Gabriele nella telefonata con Bergamo del 10 gennaio 2005?

6 - Ha mai letto il report “Operazione Ladroni”, redatto dall’investigatore Cipriani dopo le indagini svolte su De Santis, o è a conoscenza che lo abbia letto Facchetti, a cui Tavaroli sostiene di averlo consegnato personalmente? Facchetti?

7 - Ha mai presentato un esposto alla magistratura a proposito dei sospetti di un sistema per condizionare gli arbitri, violando così la clausola compromissoria, come sostiene Tavaroli nel suo interrogato­rio del 29 settembre 2006?

8 - Era a conoscenza del fatto che Tavaroli aveva proposto a Facchetti di diventare una « fonte confidenziale » affinché i Carabinieri del nucleo operativo di Milano indagassero sui rapporti fra De Santis e Moggi?

9 - Conferma di aver detto il 23 marzo 2005 a Paolo Bergamo di esse­re soddisfatto della gestione dei due designatori poi accusati di essere uomini della Cupola di Moggi, nell'anno dell'indagine Calciopoli sostenendo che « rispetto a prima, ora siamo veramente nelle condizioni di stare tutti tranquilli. Così anche voi ( Bergamo e Pairetto, ndr) non dovete disperare» .

10 L'Inter, relativamente all'esposto sullo scudetto 2006, punterà sulla prescrizione e sull'improcedibilità (utilizzate da Palazzi per spiegare l'archiviazione sul caso Telecom nel 2007) in caso di procedimento disciplinare, visto che molti contatti sono relativi a Giacinto Facchetti.
(da tuttosport.com)

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