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giovedì 9 giugno 2011

Bergamo telefonava a Moratti:
« Con lei ho più confidenza...»


Bergamo telefonava a Moratti: « Con lei ho più confidenza...»



ROMA, 9 giugno - L’udienza delle richie­ste di risarcimento è alle spal­le e le difese cominciano ad af­filare le armi per la fase delle arringhe che prenderà il via martedì prossimo, quando concluderanno il duello a suon di milioni chi si sente danneggiato e chi (come Ju­ve, Fiorentina e Lazio) non vuole pagare. Tra l’altro l’ipo­tesi di cancellazione dell’u­dienza del 28 maggio non pia­ce ad alcuni collegi difensivi che chiederanno alla giudice Casoria di ripristinare la se­duta, con eventuale stop tec­nico per la camera di consiglio della corte d’Appello sulla questione delle ricusazione (d’altronde l’aula è due piani sopra la famosa 216 della no­na sezione).

RILETTA - Nel lavoro di taglia e cuci delle tesi difensive ri­spuntano anche frammenti di telefonate emerse nei giorni caldi del dibattimento dell’a­prile 2010. E la famosa telefo­nata di Moratti e Bergamo per gli auguri di Natale del 2004 viene riletta nella sua interezza, scoprendo un rap­porto esclusivo e diretto con l’attuale presidente dell’Inter, che rivendica il ruolo centrale (ovvio, era il patron e plenipo­tenziario, mentre Facchetti era presidente) che va oltre le telefonate dell’ex gloria azzur­ra e nerazzurra con l’ex desi­gnatore. Passaggi che spiega­no di un canale diretto che può anche bypassare la figura di Facchetti.

ECCO la telefonata interrotta e ri­presa dopo una caduta di linea:
Moratti: Senta, io ci tenevo però a in­contrarla
Bergamo: Sì
M. Quando lei aveva... aveva un minuto, quando le pare a lei, che passa da Mila­no, mi dice lei dove B. Sì
M. : Magari io faccio... un secondo, ma proprio... mi faceva piacere anche
B. Sì, sì, no, anche io volevo farle, così, una confidenza, e avevo già in animo... speravo di vederla a Milano alla cena dei presidenti, infatti glielo dissi a Giacinto M. : No, quella sera lì no, ma sa che co­sa? C’è anche il fatto di Giacinto, che mol­te volte mi fa il piacere che sia lui un po’ a rappresentare la società B. Uhm, uhm
M. Sembra uno scherzo, e invece così Giacinto può... può essere lui che... e al­lora molte volte rischio di... di?
B. Uhm, uhm, no, ma io non è che non volevo parlare con Giacinto, ma ho confi­denza con lei
M. No, no, no
B. Per cui preferisco, ecco?
M. Volevo vederla anche io, adesso?

- A questo punto cade la linea -.

M. Pronto?
B. E’ caduta la linea
M. Sì, sì, è caduta... no, no, ma anche io, per quello che le dicevo, vediamoci noi due, su questo son d’accordo con lei, (ri­de) B. Sì
M. No, no, vediamoci noi due, ma dopo, sinceramente, quando lei pensa di avere un momento libero, non voglio neanche?
B. Sì, sì, lei verrà a Livorno a vedere la ga­ra o la vedrà come? Perché?
M. E non lo so, io evito sempre un po’ di venire... di venire fuori casa.
Poi si troverà l’accordo per vedersi a For­te dei Marmi, buen ritiro morattiano vicino alla Livorno di Paolo Bergamo.

AYROLDI E KAKA’ - Ricorda­te Stefano Ayroldi? L’assisten­te che toppò al Mondiale nel match Argentina-Messico e che venne duramente critica­to da Mourinhoper l’esultan­za a fine gara del pareggio Fiorentina-Inter 2-2? Ebbene emerge da una telefonata tra gli amiconi Copelli e Meani un particolare: ad un match di Champions del Milan sotto la giacca a vento indossa la maglia di Kakà: ebbene sì. Persino Meani e Copelli pen­sano che sia esagerato per un direttore digara presentarsi così allo stadio.

ECCO il brano della telefonata: Meani: Certo, io dico, come “cazzo”... conoscendo poi com’è l’ambiente arbitra­le, stai con la maglia di Kakà sotto la giac­ca a vento?

C. Ma poi lo dice a Roberto Rosetti: no, ma viene mio figlio, viene da giù in aereo, è tifosissimo del “Milan”; ma “puttana Eva”, stai zitto! Ma sei scemo?
M. E’ matto, è fuori di testa
C. Va beh, è così
M. Ma te l’immagini questo se avesse fat­to l’arbitro (come il fratello Nicola, ndr)?
(da tuttosport.com)

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