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venerdì 22 luglio 2011

CAMBIATE SPORT

A CURA DEL DIRETTORE DEL TUTTOSPORT PAOLO DE PAOLA



La Juventus ha pagato, l’Inter no: questa è la semplice verità su calciopoli da raccontare pu­re a un bambino. Quando si parla di sport bisogna essere semplici e soprattutto leali. Se qualcuno è in grado di spiegare con la stessa chiarezza ciò che ha deciso ieri il Consiglio federale guidato da Abete si faccia avanti.

Dopo aver riletto la relazione conclu­siva ciò che emerge è soprattutto confusione. Un grosso papocchio riassumibile in un verdetto: in­competenti a decidere.

Tali si sono dichiarati i mem­bri del Consiglio federale. Tutti tranne uno, più due astenuti. Vi risparmiamo le acrobazie linguistiche con le quali si è cercato di tappare la voragine aper­ta dalla relazione di Palazzi che, ricordiamolo, ha accusato l’Inter di aver infranto gli articoli 1 e 6 del codice di giustizia sportiva.

Accuse ben più gravi (Juve a parte) di quelle riguardanti le altre società coinvolte: Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina.

Be­ne, tutte hanno pagato, tranne l’Inter. Per quale motivo?

Per mancanza di un documento ufficiale, per prescrizione, per ciò che volete, ma andatelo a spiegare a quel bambino che desiderasse apprende­re le regole della giustizia sportiva.

Non solo, ma all’Inter hanno anche assegnato uno scudetto a tavolino definendolo, per giunta, «lo scu­detto degli onesti».

E questa decisione è ancora più imbarazzante da spiegare al solito bambino. Ieri pure il colpo di teatro con la lettera di Guido Rossi il quale torna a ripetere che di nulla la Figc commis­sariata si accorse riguardo all’Inter.

Eppure Nuci­ni aveva parlato, Bergamo aveva confermato a Borrelli le telefonate con Facchetti e da Torino era­no state svelate quelle con Pairetto. Per non parla­re di Cipriani e dello scandalo Telecom già deflagra­to.

Insomma quante distrazioni.

Insistiamo sull’ar­gomento perpuro amore di verità.

Nessuna campa­gna contro qualcuno, ma per favore non chiamate questa giustizia.

Non può una federazione uscita massacrata da cal­ciopoli partorire una simile non-decisione.

Non può il nuovo governo di un calcio che non vigilò allora e non vigila adesso - alla luce del nuovo scandalo sulle scommesse - nascondersi dietro il parere del­l’esperto di turno.

Qual è la politica e la progettua­lità di questa federazione che ha preso scoppole ovunque abbia presentato candidature europee (due volte)? E vogliamo parlare del richiamino ver­bale di Abete a Moratti sulla rinuncia alla prescri­zione?

Quel famoso bambino, a questo punto, cam­bierebbe sport.

(da tuttosport.com)

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