Milan di cuore e di testa
Impresa a San Pietroburgo
SAN PIETROBURGO (Russia), 3 ottobre 2012
I rossoneri passano 3-2 in casa dello Zenit. Segnano Emanuelson ed El Shaarawy. Hulk e Shirokov pareggiano. Al 76' l'autogol di Hubocan spiana la strada ai ragazzi di Allegri. Strepitoso Abbiati
- Milan in festa a fine gara. Ap
Con la classe, con le unghie, con il cuore e poi con la
testa. Il Milan passa a San Pietroburgo lasciando in eredità un quadro
d'autore. Non si merita l'Hermitage, ma una bella pagina nei ricordi di
Champions. Prima domina segnando con Emanuelson e El Shaarawy. Poi trema
e si fa raggiungere da Hulk e Shirokov. Al 76' arriva l'autogol di
Hubocan e un finale da vero MIlan con una gestione intelligente del
risultato e un protagonista assoluto: Abbiati, autore di interventi
prodigiosi. Una squadra così offensiva non si vedeva da tempo. Allegri
fa un mix di tecnica e potenza fisica. Preferisce Bojan a Pazzini e
rispetto a Parma lancia Montolivo al fianco di De Jong e sfrutta la
tecnica di Emanuelson al posto di Nocerino. Intoccabile è El Shaarawy,
ago della bilancia fra azione difensiva e offensiva nel riscoperto
4-2-3-1. "lo lo chiamo modulo alla spagnola, perché lì molte squadre
giocano così, con due mediani e tre fantasisti dietro la prima punta"
dice Galliani. Il suo entusiasmo è contagioso, perché contro lo Zenit i
rossoneri partono alla grande. E' subito chiaro l'intento dei rossoneri.
Con un pressing veloce e meticoloso mettono alle corde Criscito e
compagni raggiungendo subito un risultato: far perdere la testa alla
squadra di Spalletti.
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