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lunedì 22 agosto 2016

Rio2016, cala il sipario sulle Olimpiadi: l'Italia chiude con 28 medaglie

RIO DE JANEIRO Carnevale, sorrisi ma soprattutto musica e tanta pioggia. La cerimonia di chiusura al Maracanà di Rio 2016 è stata un tributo al Brasile, alla città Meravilha che doveva fare impazzire il mondo con la sua Olimpiade, la prima in Sudamerica. Molti sogni di bellezza, però, sono rimasti nel cassetto, chiusi a chiave da una crisi politica e soprattutto economica che sette anni fa quando Rio ha avuto i Giochi non c’era. Ristrettezze e tagli al bilancio hanno dato meno luce a un’Olimpiade che doveva essere, nei progetti e nelle attese del comitato olimpico internazionale, indimenticabile. Caos nei trasporti, piscine verdi, stadi troppo vuoti. Alla fine ha prevalso lo spirito dei Giochi e il desiderio di gareggiare.
 

Rio Obrigado Arigato: Tokyo, la prossima città olimpica nel 2020 aspettando Roma nel 2024, ha ricevuto il testimone dal Brasile. Rio ha salutato, see you in Tkyo. Il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, è apparso in un filmato per lanciare l’Olimpiade giapponese. Si è presentato con il cappello e la palla rossi nel momento della consegna della bandiera olimpica passata da Rio a Tokyo.
Il presidente del comitato organizzatore di Rio, Nuzman, ha ringraziato per lo straordinario lavoro svolto durante i Giochi; Thomas

Bach, il gran capo dello sport mondiale, ha esaltato Rio pur sapendo che qualcosa non ha funzionato nello spettacolo sportivo più bello ed affascinante del mondo. «Vi amiamo, brasiliani. Grazie per l’ospitalità: in questi 17 giorni il Brasile intero ha ispirato il mondo: è un momento difficile per tutti – ha detto Bach - ma qui c’era una irresistibile voglia di vita. Le Olimpiadi hanno dimostrato come il valore della diversità sia un arricchimento per tutti».

Parole di elogio per tutti. «Grazie ai volontari, i vostri sorrisi hanno riscaldato i nostri cuori – ha aggiunto il numero uno del Cio – E grazie agli atleti olimpici seduti in platea, siete la forza dello sport, dimostrando come si possa competere in amicizia, rispetto e armonia, uniti nella diversità, vivendo in un unico Villaggio olimpico e mandando al mondo un messaggio di pace». Tra gli atleti c’è anche Yelena Isinbayeva con la tuta della Russia.

Bach ha ringraziato la delegazione dei rifugiati. «Ci avete ispirato con il vostro talento, siete stati un esempio di speranza». Il presidente del Cio, che ha premiato Rio con la Coppa Olimpica, ha espresso il suo grazie alla città carioca. «Siamo arrivati in Brasile come ospiti, torniamo a casa come amici. Sarete per sempre nei nostri cuori, sono stati Giochi meravigliosi nella Città Meravigliosa. Hanno lasciato nuovi diritti per la generazioni che verranno, la storia di Rio sarà un’altra dopo i Giochi».

Nel giorno di chiusura, sotto la pioggia, la musica, il Patria amada Patria, l’inno brasiliano cantato dai bimbi, i giochi di colori sul prato, i carri del carnevale, i fuochi d’artificio hanno avvolto il Maracanà ancora senza Pelé perché O’Rei non sta bene e non s’è visto neppure stasera. Non c’era Pelé e non c’era neppure il presidente ad interim del Brasile, Michel Temer, tenuto lontano non dalla pioggia che ha bagnato l’ultimo giorno delle Olimpiadi ma dal timore dei fischi e della contestazione.

Meno formalità rispetto alla notte del 5 agosto, la prima delle Olimpiadi che dovevano essere Meravilha. Stasera ci si lascia andare, è giorno di festa, ci sono i campioni con le medaglie vinte, ci sono le bandiere delle 207 squadre che hanno gareggiato, 205 i Paesi più quelle del team dei rifugiati e degli atleti indipendenti.
Volti sorridenti, felici dell’esperienza vissuta, dei giorni al Villaggio, delle gare, delle nuove amicizie. Hanno vinto tutti, non importa il risultato perché l’Olimpiade è questa, complicità e competizioni, il piacere di stare insieme misurandosi. Il mondo è globale ma poi quando ci si ritrova c’è qualcosa di speciale; c’è il contatto, ci sono le parole, c’i sono esperienze uniche.

Hanno sorriso Daniele Lupo, il portabandiera dell’Italia; ha sorriso Caster Semenya scelta dal Sudafrica. Hanno sorriso tutti, liberi di scorrazzare sul prato del Maracanà prima dei balletti finali, del Remember, delle scene di vita quotidiana, del lavoro, dei giochi di luce.

L'Italia se ne va con un bottino di 28 medaglie, 8 d'oro, 12 d'argento e 8 di bronzo, nona nel medagliere come a Londra e con il rammarico di aver perso ancora l'oro nella pallavolo. Deve esserci un sortilegio da quel giorno d'estate del 1992 quando a Barcellona il tie-break nei quarti contro l'Olanda ci sbarrò la strada. Da allora l'Italvolley, che era ed è una potenza, ha vinto tutto tranne questo oro.

Ultima premiazione, al Maracanà, per la maratona maschile. Il keniano Eliud Kipchoge, primo, l’etiope Feyesa Lilesa, secondo, e lo statunitense Galen Rupp, terzo, hanno ricevuto le medaglie dal presidente del Cio, Bach, e dal numero uno della Federazione di atletica mondale, Sebastian Coe. Affiora il ricordo, lontano dodici anni, quando nello stadio Olimpico di Atene è stato premiato, nell’identico contesto, Stefano Baldini.

 da http://sport.ilmessaggero.it/olimpiadi/rio2016_cerimonia_chiusura_olimpiadi_italia_medaglie-1922368.html

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